venerdì, giugno 13, 2008

MORTI BIANCHE E SICUREZZA SUL LAVORO

SONO STATE NECESSARIE ALTRE ULTERIORI TRE MORTI A MINEO IN SICILIA, DOPO LA LUNGA SEQUELA INARRESTABILE DI INCIDENTI SUL LAVORO, PER FAR DIRE FINALMENTE AL NEO-MINISTRO SACCONI CHE FORSE LE SOLE REGOLE NON BASTANO MA CHE CI VOGLIONO PIÙ CONTROLLI ISPETTIVI SUI POSTI DI LAVORO IN MODO SISTEMATICO ALMENO SU QUELLI PIÙ A RISCHIO. TUTTE COSE TRITE E RITRITE DAI SINDACATI E DAI LAVORATORI PRATICAMENTE DA DIVERSI DECENNI. FINALMENTE NELL’ULTIMO GOVERNO PRODI È STATO LICENZIATO IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA CHE PERÒ È APPLICATO SOLO PARZIALMENTE. NEL FRATTEMPO L’ITALIA VINCE ANCHE QUESTO RECORD NEGATIVO DI MORTI SUL LAVORO.

SI CONTINUA A NON VEDERE CHE GLI IMPRENDITORI HANNO LA MASSIMA RESPONSABILITÀ DELLA ATTUAZIONE DI TUTTE LE NORME E LA PREDISPOSIZIONE DI TUTTI I DISPOSITIVI PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI PERCHÉ È EVIDENTE CHE LA MANCATA E/O RIDUZIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO SI TRAMUTA PER LORO IN MINORI SPESE QUINDI MAGGIORI PROFITTI, MENTRE AL CONTRARIO, PER I LAVORATORI C’È SOLO IL RISCHIO ALTISSIMO DI GRAVI MALATTIE E LA MORTE COME PURTROPPO REGISTRIAMO ORMAI GIORNALMENTE.

LE NORME DI SICUREZZA SUL LAVORO DEVONO TENERE IN PARTICOLARE CONTO QUESTO ASPETTO PER CONSENTIRE PUNIZIONI SEVERE PER GLI IMPRENDITORI CHE LE DISATTENDONO E ALLO STESSO TEMPO RIORGANIZZARE TUTTO IL SISTEMA DEI CONTROLLI PER RENDERLI PIENAMENTE EFFETTIVI STANZIANDO FONDI IMPORTANTI. REGISTRIAMO INVECE PUNIZIONI IRRISORIE ANCHE IN CASI GRAVI CHE INSIEME ALL’’AUMENTO DEGLI INCENTIVI AGLI STRAORDINARI PROMOSSO DA QUESTO GOVERNO CI SI MUOVE NELLA DIREZIONE CONTRARIA E CIOÈ VERSO UN MAGGIORE RISCHIO DI INCIDENTI. LEGGI LA VOCE DEL PADRONE DI NICOLA CACACE SULL’UNITÀ.

È EVIDENTE CHE SE NON SI CAMBIA IMPOSTAZIONE SU CHI COLPIRE E COME FARLO PER RENDERLO EFFETTIVO APPLICANDO INTEGRALMENTE IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA, SI FARANNO SOLO INUTILI E SOLENNI DICHIARAZIONI AD EFFETTO MEDIATICO SENZA REALE COSTRUTTO CON BUONA PACE DI CHI SI ASPETTA PIÙ SICUREZZA E CHI NON VORREBBE PIÙ MORIRE SUL LAVORO.
Raffaele B.

L’UNITÀ
Testo Unico, è scontro tra Damiano e Sacconi
13.06.08
Basta chiacchiere inutili, le norme sulla sicurezza ci sono, bisogna applicarle. L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ricorda al suo successore, Sacconi, quello che il governo Prodi ha fatto: «Altre morti sul lavoro, altri lutti, altre famiglie colpite dal dolore alle quali esprimiamo la nostra solidarietà.
.
Questi tragici fatti – spiega – rendono necessario passare dalle parole ai fatti senza invocare interventi di emergenza perché l'emergenza è quotidiana». E «passare ai fatti» per Damiano significa «non rallentare l'applicazione del Testo unico sulla sicurezza in vigore dal mese di maggio ma, viceversa, attuarlo integralmente a partire dall'erogazione degli stanziamenti previsti per le imprese che realizzano formazione sulla sicurezza per i propri dipendenti, dall'attuazione di progetti sperimentali nelle scuole, nelle università e nei percorsi di formazione professionale volti a favorire la conoscenza di queste tematiche ai giovani. Pare, invece, inutile – prosegue ancora Damiano – la discussione sulle sanzioni che, secondo il governo, dovrebbero essere ridefinite».
.
Al governo, rileva l’ex ministro, piacciono le sanzioni dure «nei confronti dell'immigrazione clandestina e delle intercettazioni», mentre vorrebbe usare la mano morbida «quando si tratta di morti sul lavoro». Per Damiano si tratta di «un errore e un’incomprensibile contraddizione».

Continua invece a parlare di emergenza e di «piano straordinario» il ministro Sacconi. Venerdì ha annunciato che verrà garantita «una corsia preferenziale» per i processi su reati legati a infortuni sul lavoro e ha confermato «la volontà di concordare con le regioni e le parti sociali un piano straordinario per la prevenzione, la formazione e l'informazione utili a rimuovere i rischi per le persone che lavorano». La legge c’è già, insomma, ma Sacconi «entro l’estate», vuole rifarla daccapo.

E proprio per chiedere l’applicazione immediata del Testo Unico, martedì 17 giugno sciopereranno per un’ora i metalmeccanici di tutta Italia. Lo hanno deciso i sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil: martedì incroceranno le braccia dalle 11 a mezzogiorno, per rinnovare l’urgenza di applicare il Testo unico sulla sicurezza voluto dal governo Prodi, «così com'è, in tutte le sue parti e con il massimo rigore». Insomma, un messaggio chiaro al ministro Sacconi che dopo la tragedia di Catania ha pensato bene di proporre modifiche al provvedimento, secondo lui troppo pieno di «formalità».

«Scioperiamo - affermano in una nota i segretari generali Gianni Rinaldini (Fiom), Giuseppe Farina (Fim) e Antonio Regazzi (Uilm) - contro questo atteggiamento degli imprenditori che, coprendo sempre tutto e tutti, finisce per penalizzare proprio le imprese che rispettano le norme e coinvolgono i lavoratori nella valutazione dei rischi. Sono quindi inaccettabili le richieste di modifica delle nuove normative sugli appalti e sulla sicurezza. Scioperiamo - aggiungono - per chiedere al governo immediate misure economiche a sostegno della salute e sicurezza sul lavoro, compresi i 12 miliardi di attivo accumulati nella gestione Inail, che vanno subito usati per investimenti nella prevenzione e nel risarcimento dei danni».

Fiom, Fim e Uilm vogliono riportare l’attenzione sul quotidiano stillicidio dei lavoratori, al di là delle tragedie che più fanno notizia, dalla Thyssen al depuratore di Mineo. Insomma, sul lavoro si muore tutti i giorni, quasi sempre da soli. «Di fronte a questa realtà - concludono i sindacati - non possiamo accettare la posizione dei leader di Confindustria, sempre pronti a biasimare certi comportamenti dei lavoratori e dei sindacati, ma poco inclini ad assumere fino in fondo la responsabilità d'impresa come discrimine tra le aziende virtuose e quelle che violano, per calcolo economico o per ignoranza, elementari regole di sicurezza sul lavoro».

ADNKRONOS
Morti bianche, Sacconi: ''Un piano straordinario''

Damiano (Pd): ''Niente deroghe a norme su sicurezza lavoro''
Dopo la tragedia di Mineo, il ministro del Welfare annuncia nuove misure per la sicurezza e convoca per oggi sindacati e imprese. ''Stato e parti sociali devono reagire''. Bonanni: ''A questi morti bisogna dare una risposta''

Roma, 12 giu. (Adnkronos/Ign) - "Stato e parti sociali devono reagire e oggi pomeriggio ho convocato un incontro per varare un piano straordinario per la sicurezza". E' il ministro per il Welfare, Maurizio Sacconi (nella foto), a sollecitare così una reazione all'ondata di morti sul lavoro, gli ultimi ieri a Mineo.
"Dovremo realizzare - dice il titolare del dicastero di via Veneto - un'intesa tra Stato e Regioni e parti sociali per un piano straordinario che definisca azioni concrete che servano a creare un ambiente sicuro".

"Le regole da sole non bastano - aggiunge il ministro - devono essere sostituite da un più forte capacità ispettiva, soprattutto, tranne che nell'edilizia, delle Regioni attraverso le Asl", dice ancora Sacconi additando nella carenza di mezzi e risorse uno dei problemi principali. "C'è carenza di mezzi e risorse per quel che riguarda la prevenzione, la formazione e l'informazione''.

''Servono più investimenti", rimarca quindi il responsabile del Welfare ricordando come "moltissimi infortuni sono determinati da errori comportamentali". Bisogna cioè passare, in una parola, come ha spiegato il ministro, "da un approccio per regole a un approccio per obiettivi" secondo l'insegnamento di Marco Biagi.
Un ''piano straordinario per la cultura della sicurezza'' è necessario ''perché è evidente che c'è una scarsita''': a sottolinearlo, spiegando che il sindacato farà una richiesta in questo senso, è il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.

Quanto a un'eventuale revisione del testo unico sulla sicurezza, il numero uno della Confederazione di via Po sottolinea che ''non è una sfida tra chi la pensa in un modo e chi in un altro; ci sono dei morti e a questi morti bisogna dare una risposta. Ognuno abbassi la testa''.

Tra i punti cruciali da affrontare, a giudizio del leader della Cisl, vi è quello della ''selezione delle imprese, che devono rispondere alle regole, e quello dell'allargamento della formazione sulla sicurezza''. Questo, taglia corto il segretario della Cisl, al di là di ''norme più flessibili o più draconiane''.

Per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, ''quello che è accaduto in questa specie di cisterna in provincia di Catania, a Molfetta e nelle stive delle navi sono infortuni che si possono evitare''. L'episodio di Mineo, spiega il leader del sindacto di Corso d'Italia, ''è uno di quegli incidenti in cui lavorando sulla prevenzione si possono evitare le stragi. Bisogna pretendere dalle imprese, dalle amministrazioni e dai lavoratori che si rispettino le norme della sicurezza. Bisogna insistere e pretendere tutte le misure di sicurezza e prevenzione che sono necessarie''.

Quanto all'incontro con Sacconi, Epifani annuncia: ''Chiederemo al ministro di fare una campagna di informazione più estesa e di non cambiare le norme appena approvate del testo unico sulla sicurezza, perché se si da' l'impressione che le norme possono essere cambiate in continuazione, non ci sarà nessuna deterrenza nei confronti di chi non rispetta la legge, in una situazione che si mantiene particolarmente grave''.

Da parte sua, il capogruppo del Pd in commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, fa osservare che ''il Partito democratico e l'Udc hanno votato contro le norme del decreto rifiuti che prevedono deroghe alla normativa sulla sicurezza del lavoro". "Su un tema come quello della sicurezza non sono ammesse deroghe'', taglia corto l'ex ministro del Welfare.

Nessun commento: