mercoledì, novembre 19, 2008

BALLARÒ - INCREDIBILE IRRUZIONE TELEFONICA DEL CAPO DEL GOVERNO

A nessuno sarebbe stato permesso “irrompere” telefonicamente in una trasmissione TV come ha fatto ieri sera a Ballarò (pure altre volte) Berlusconi, violando tutte le regole di un regolare dibattito fra tutti gli attori di ambedue le parti che rispondono alle domande del conduttore. No, lui si comporta da “padrone” e fa quindi sostanzialmente il suo intervento e quando ritiene di avere finito chiude la comunicazione bruscamente. Una “irruzione” in piena regola (si fa per dire), non degna di un Capo di Governo di un Paese democratico.

In nessun altro paese democratico sarebbe potuto succedere lo stesso senza una forte penalizzazione in termini di consensi da parte dei cittadini. Ma da noi è “diverso”’? Nel commento di Roberto Cotroneo sull’UNITÀ Berlusconi viene definito “soltanto una parentesi storica” e che dopo si tornerà alla normalità. Sarà vero? Speriamolo!

Come dicevo, con quella incredibile irruzione telefonica a Ballarò di ieri sera, Berlusconi “minaccia” di querelare DI PIETRO che l’aveva definito un “corruttore” ma lui ha L'IMMUNITÀ e può fare quello che vuole e non rispondere delle sue parole, mentre “minaccia” gli altri che possono essere denunciati? Grandioso, il nostro Presidente del Consiglio che vuole denunciare gli altri e poi lui non si fa “processare”.

Poi “ammette” l’incontro informale (segreto) con Cisl e Uil che Bonanni e Angeletti hanno sempre "negato" e tuttora “negano” con indignazione. Leggi l’intervista a Bonanni su Repubblica dello scorso 14/11/2008: In quell’intervista ha dichiarato:"Io a quella cena non c'ero. Questa vicenda è tutta una messinscena di Epifani che usa una vecchia tecnica: di una “falsa notizia” fa un fatto. Ma la verità è un'altra: è che lui sta commettendo un errore capitale perseguendo una politica velleitaria e senza sbocco".


Berlusconi irrompe a Ballaro' e annuncia querela a Di Pietro

Ha ammesso di aver ricevuto a casa sua, la settimana scorsa, i leader di Cisl e Uil (e questo è un fatto che Luigi Angeletti dell'Uil ancora oggi nega) ma ha fatto capire di averli trovati a casa sua quasi per caso e di aver dialogato con loro solo per dovere di ospitalità. Insomma Bonanni e Angeletti si sarebbero invitati da soli a casa Berlusconi! In questo filmato in una precedente puntata di Ballarò, Angeletti "nega" (senza troppa convinzione) l'incontro segreto.

Angeletti a Ballarò cerca di mentire su incontro senza CGIL

A questo punto Pier Luigi Bersani, ministro ombra del Pd, anche lui invitato a Ballarò, ha chiesto a Berlusconi se non è il caso - davanti a una crisi che si annuncia durissima - interrompere gli atti di ostilità con l'opposizione e cercare su alcune scelte le convergenze più larghe possibili.

Berlusconi ha risposto che questa sarebbe la cosa giusta da fare se l'opposizione fosse quella di un partito socialdemocratico. Invece è un'opposizione “irresponsabile” che lo attacca tutti i giorni e gli impedisce di dialogare.

Nel bel mezzo del suo acceso “monologo” e, ritenendo di aver detto tutto quello che voleva dire ai telespettatori di Ballarò, ha chiuso bruscamente la telefonata a Floris tra i brusii di protesta dello studio televisivo. Floris voleva chiedergli chiarimenti su una sua battuta infelice contro il TG3 a cui vorrebbe togliere il canone TV.
Raffaele B.

UNITA
Undicietrenta: Se telefonando
di Roberto Cotroneo COMMENTI
19 Nov 2008

Devo dire che questo modo del presidente Berlusconi di apparire in voce nelle trasmissioni televisive mi ha sempre incuriosito. Ogni tanto accade, lui vede le trasmissioni politiche, si arrabbia alza il telefono e chiama. Mi domando come faccia, se è la sua segretaria ad avere i numeri delle redazioni, o se invece ha personalmente i telefonini dei conduttori, che a rigore dovrebbero essere spenti. E se chiama la redazione come fa, che in Rai prima che ti risponde un centralino o un interno è finita la trasmissione? Lui ci riesce: chiama e dice che vuole intervenire. Immagino che venga messa in piedi una sorta di tecnostruttura per fare in modo che la voce del presidente appaia forte, chiara e soprattutto giovane. Dopodiché, mentre tutti in studio fissano il pavimento, lui comincia a dire cose varie, ogni tanto minaccia qualche querela, ed esprime tutto per “punti” come fosse a un consiglio di amministrazione o a una riunione di condominio (primo, secondo, terzo…).

E il punto vero è che Berlusconi parla come un capo azienda, non come un capo del governo. Il suo modo di esprimersi è affettato - di chi non è abituato all’idea del potere - e nello stesso tempo aggressivo e senza un vero controllo dei nervi e delle parole. Ieri a Ballarò ha perso ancora una volta le staffe con Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil.

Che cosa vuol dire? Talvolta nei dettagli si capiscono molte cose, la prima fra tutte, che è la più paradossale, sta in questo: Berlusconi è un uomo di potere che non si sente un uomo di potere. Nel senso che non si comporta in questo modo. Un uomo di potere, un uomo che ha il senso delle istituzioni, non parla in televisione al telefono, non perde le staffe, non dice “dottor Di Pietro”, quando Di Pietro è un deputato e un membro del Parlamento, semmai dice “l’onorevole Di Pietro”. Non è una strategia come tendono a pensare in molti. È una cultura precisa, una cultura che mal si adatta alle regole del Palazzo, e non perché sono vecchie o antiquate mentre lui è “moderno”, ma perché non le capisce, non le conosce, e non sa farle funzionare.

La telefonata di ieri è l’ennesima di un uomo lontanissimo dalla sua carica e dal mondo a cui ormai appartiene. La telefonata di ieri, e lo scherzo dietro la tenda al Cancelliere tedesco, e Obama abbronzato ci dicono soltanto che la sua è, e rimarrà, una parentesi. Dopo Berlusconi le istituzioni, il potere, il modo formale di gestire la dialettica politica tornerà a essere qualcosa di diverso. E Berlusconi, soltanto una parentesi storica. Non un cambiamento delle regole in una direzione da cui non si può tornare indietro.

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