lunedì, aprile 03, 2006

RETRIBUZIONI E NODO EVASIONE AL PETTINE

L’ITALIA È AL 23° POSTO NEGLI STIPENDI. CON QUESTA ULTIMA NOTIZIA DALL’ANSA APPRENDIAMO DELL’ULTIMO REGALO FATTO DA BERLUSCONI AGLI ITALIANI. NONOSTANTE L’INCREMENTO DEL 2,3% DEI SALARI FORNITA DALL’ISTAT, MA ALTROVE SI CRESCE DI PIÙ, L’ITALIA SCENDE DI POSIZIONE. ERAVAMO AL 19ESIMO NEL 2004 E GIÀ ALLORA APPRENDERLO DESTÒ ALLARME. OGGI SIAMO IN CODA, SUPERATI PERFINO DALLA SPAGNA E DALLA GRECIA. QUESTO È IL RISULTATO DEL LAVORO CONDOTTO DALL’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) CHE AZZERA L’OTTIMISMO DELLA CDL CHE SI “ACCONTENTA” DEL SEMPLICE INCREMENTO SENZA COMPARARLO CON GLI ALTRI PAESI.
LA RIVALUTAZIONE DEI SALARI E DELLE PENSIONI SONO UNA NECESSITÀ ELEMENTARE PER REINSERIRCI FRA LE NAZIONI SVILUPPATE E PER FARE QUESTO È FONDAMENTALE FARE RIPARTIRE L’ECONOMIA (LA RIDUZIONE DEL CUNEO È UN INIZIO) PER RICREARE LA RICCHEZZA DA RIDISTRIBUIRE E ALLO STESSO TEMPO CONDURRE SERIAMENTE LA LOTTA ALLA EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA CHE DA NOI ORMAI VIAGGIA SUI 200 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO, INDEGNA DI UN PAESE CIVILE E INDUSTRIALIZZATO. SOLO COSÌ NE USCIAMO SENZA AUMENTARE OLTREMODO LE TASSE DI COLORO CHE GIÀ PAGANO.
ORMAI IL NODO DELLA EVASIONE È VENUTA AL PETTINE, NE VA DEL NOSTRO FUTURO, ORA!
Raffaele


ANSA
OCSE: CROLLANO I SALARI IN ITALIA, SORPASSO DELLA GRECIA
02/04/2006 14:03
ROMA - Crolla il potere di acquisto degli stipendi degli italiani: nella classifica Ocse, il livello delle nostre buste-paga scivola quasi in coda alla classifica. Siamo al 23/o posto tra i 30 paesi industrializzati, dietro non solo a Germania, Francia, Giappone, Usa ma anche Spagna e Grecia.
Lo dimostra una
TABELLA contenuta nel rapporto Ocse sui prelievi fiscali sui salari.
L'organizzazione di Parigi ha calcolato "la media annuale delle retribuzioni per una persona single senza figli". I salari, calcolati sia al lordo che al netto, sono espressi dall'Ocse in dollari e valutando la parità del potere di acquisto. Traducendo i salari in euro, un italiano guadagna al netto mediamente 16.242 euro l'anno, circa 1.350 euro al mese, compresa la tredicesima. Ovvero il 42,1% meno dei coreani, che spiccano in vetta alla classifica insieme agli inglesi. la differenza con la busta-paga di un tedesco è del 23,5%, con quella di un francese del 17,6%.
Ma davanti agli italiani in questa classifica troviamo anche spagnoli, greci, irlandesi. Per non parlare poi dell'area scandinava, di Usa e Canada, o di Paesi in cui da sempre gli stipendi sono più sostanziosi, come in Svizzera e in Giappone. I soli sette Paesi dove, a parità di potere d'acquisto, i salari risultano inferiori a quelli del nostro Paese sono: Portogallo, Turchia, Repubblica Ceca, Polonia, Messico, Slovacchia, Ungheria.

ANSA
LAVORO: ISTAT, A GENNAIO-FEBBRAIO RETRIBUZIONI A +2,3%
31/03/2006 10:09
ROMA - Le retribuzioni contrattuali nel periodo gennaio-febbraio sono aumentate del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Lo comunica l'Istat, specificando che a gennaio sono aumentate dello 0,6% su base congiunturale e del 2,1% su base tendenziale. A febbraio, quando si era registrata un'inflazione del 2,1%, le retribuzioni sono aumentate dello 0,6% rispetto a gennaio 2006 e del 2,6% rispetto a febbraio 2005...
CONTINUA


ILSOLE24ORE
24 marzo 2006
Perchè aumentare i salari? Lo spiega un calcolo elementare
di Stefano Natoli
Fondata sul lavoro? Macché, l’Italia è diventata ormai «una Repubblica fondata sulle rendite».
Lo dice Geminello Alvi, uno degli economisti più originali e acuti di questo periodo, in un libro - edito per i tipi della Mondadori – che senza ricorrere a teorie complicate – quelle per l’appunto degli economisti – o al linguaggio accademico degli "addetti ai lavori", spiega le aritmetiche che hanno impoverito il lavoro e fatto crescere le rendite rispetto agli altri redditi...
CONTINUA
«La nostra ricchezza, costruita su case e pensioni più che sull'attività produttiva, alimenta un perverso circolo vizioso che toglie lavoro e futuro ai giovani e impoverisce i salari a vantaggio dei profitti di oligarchie economiche incapaci di rinnovarsi». Qui sta secondo Alvi l’origine dei nostri attuali guai. E da qui bisogna ripartire. «Il vero compito di chi voglia guarire l’Italia dai suoi guai», conclude infatti l’economista che fu collaboratore del governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi, è quello di «aumentare i salari, diminuire le rendite e la spesa statale».
Geminello Alvi dal libro “Una repubblica fondata sulle rendite” Mondatori Pagg 135, euro 16,00.

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