IL MINISTRO MARONI DOVREBBE DIMETTERSI INVECE DI ATTACCARE I SINDACATI QUALI SOSTENITORI DELLO “STATUS QUO” E DI CANTARE VITTORIA PER L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE. LA VITTORIA SI DELLE ASSICURAZIONI (BERLUSCONI) E DELLE AZIENDE CHE CONTINUANO A TRATTENERE IL TFR (I SOLDI DEI DIPENDENTI).
IL MINISTRO FA FINTA DI DIMENTICARE LE SUE STESSE PAROLE DATE ALLA STAMPA SUL CORRIERE IL 6/11/2005 AL QUALE HA DICHIARATO CHE LE NUOVE NORME SUL TFR ENTRAVANO IN VIGORE DAL 1° GENNAIO 2006 E CHE SE CI FOSSE STATA UNA SUA BOCCIATURA CI SAREBBERO STATE CONSEGUENZE POLITICHE.
SI OBIETTA INVECE CHE LA LEGGE È STATA APPROVATA ANCHE SE ESSA ENTRA IN VIGORE FRA DUE ANNI. QUAL È LA DIFFERENZA? NESSUNA. NON CAMBIA NIENTE RISPETTO ALLA BOCCIATURA PERCHÉ FRA DUE ANNI CAMBIA TUTTO.
INSOMMA LA VECCHIA TECNICA COLLAUDATA DEI PEGGIORI GOVERNI TORNA IN AUGE: SI RIMANDA SEMPRE PER NON BOCCIARE, PER NON DECIDERE.
È DI FATTO UNA BOCCIATURA. I DIPENDENTI COSÌ NON HANNO OTTENUTO LA RESTITUZIONE DEL TFR (LORO SOLDI) NONOSTANTE L’IMPEGNO DEL MINISTRO ED ESSI PERDONO ALTRI DUE ANNI QUANDO ORMAI L’INTERA QUESTIONE ERA PIÙ CHE MATURA.
Raffaele
DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 novembre 2005
Berlusconi: è assolutamente inutile Maroni: uno sciopero contro le riforme
ROMA - Lo sciopero generale, il sesto da quanto è in carica questo governo, è stato indetto contro la politica di riforme dell'attuale esecutivo da chi, come i sindacati, in realtà vuole mantenere lo status quo. Questo in sintesi il giudizio del ministro del Welfare Roberto Maroni sulla giornata di mobilitazione contro la Finanziaria omdetta da Cgil, Cisl e Uil. E ancora più caustico il premier Silvio Berlusconi che giudica cha mobilitazione di oggi «assolutamente inutile», una prova di forza «che fa parte di un rito trito che non ha nessun effetto»…CONTINUA
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DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 6 novembre 2005
Maroni: «Riforma Tfr, varo a dicembre»
ROMA - Giovedì 10 dicembre sarà varato il decreto sulla previdenza complementare. Lo ha detto il ministro del Welfare Roberto Maroni, che annuncia la presentazione in Consiglio dei ministri dello «stesso testo» portato alla riunione dello scorso 5 ottobre e poi rinviato alle Camere con il voto contrario del ministro. «Presento lo stesso testo al Consiglio dei ministri - ha detto Maroni .
A questo punto, secondo Maroni, «non ci sono più obiezioni valide» e non dovrebbero esserci problemi nel via libera al decreto. «Se c'è stata una bocciatura - ha detto il ministro - è stata ai rilievi del governo su cui io non concordavo, quindi una conferma alle mie posizioni». «Il Parlamento - aggiunge Maroni - ci ha riflettuto e ha deciso che le obiezioni sulla non applicazione dei principi di delega non sono fondate». Nel caso in cui il provvedimento fosse bocciato in Consiglio dei ministri, sostiene Maroni, le conseguenze sarebbero «politiche».
Le nuove norme sulla previdenza complementare entreranno in vigore il primo gennaio 2006 e da quella data partiranno i sei mesi per il silenzio assenso (il periodo in cui il lavoratore decide se lasciare il suo Tfr in azienda o a quale forma di previdenza complementare destinarlo).
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