QUESTA NOTIZIA HA DEL CLAMOROSO. NON RESTA CHE VEDERCI L’INTERVISTA CHE ANDRÀ IN ONDA SU RAINEWS24 GIOVEDÌ 23 ALLE 7:40, ANCHE SU RAITRE ALLE 17:45 ED ATTENDERE SUCCESSIVI SVILUPPI. PER IL MOMENTO SOLO QUESTE TRE FONTI RIPORTANO QUESTA GRAVE DENUNCIA.
Raffaele
TGCOM
Abu Ghraib: interrogati da italiani
Dichiarazioni dell'uomo incappucciato
22/2/2006
Il prigioniero incappucciato, con le braccia legate ai fili della corrente, tra le foto-simbolo delle violenze da parte dei carcerieri americani nel famigerato penitenziario di Abu Ghraib, alle porte di Baghdad, si chiama Ali Shalal el Kaissi e ha 42 anni. L'uomo, un'autorità amministrativa e religiosa, ha dichiarato di aver saputo che a condurre gli interrogatori c'erano anche contractors italiani ingaggiati da ditte americane…CONTINUA
L’UNITA
Abu Ghraib, tra i torturatori anche mercenari italiani
22 Febbraio 2006
Anche i mercenari italiani hanno torturato i prigionieri in Iraq. Gente pagata tanti dollari per sparare, uccidere e fare la guerra sotto la bandiera Usa ha condotto interrogatori e seviziato i prigionieri nel carcere di Abu Ghraib. A rivelarlo è “l'incappucciato di Abu Ghraib”, l’uomo ritratto nella fotografia che ha fatto il giro del mondo ed è divenuta il simbolo di quegli eventi.
Ali Shalal al Kaisi, in un'intervista esclusiva a Rainews24, racconta per la prima volta le terribili torture a cui è stato sottoposto nel carcere iracheno…CONTINUA
RAINEWS24
Iraq. Parla a Rainews24 Ali Shalal el Kaissi, il prigioniero incappucciato di Abu Ghraib
Roma, 22 febbraio 2006
Il prigioniero incappucciato, con le braccia aperte legate ai fili della corrente, una delle foto-simbolo delle violenze di Abu Ghraib, ha un nome e un volto. Si chiama Ali Shalal el Kaissi, ha 42 anni, ed è stato arrestato nell’ ottobre 2003 a Bagdhad con l'accusa di far parte della guerriglia. Dopo essere stato rilasciato aveva denunciato le torture subite alle autorità irachene, ma nessuno gli aveva creduto perchè le foto dell’ orrore dovevano essere ancora pubblicate. Doveva venire nel nostro paese a raccontare la sua storia ma il consolato italiano gli ha negato il visto.
Sigfrido Ranucci, inviato di Rainews24, l'ha intervistato ad Amman, in Giordania dove Ali Shalal stava seguendo un corso per ‘Non violent action for Iraqi’, tenuto da alcune Ong europee e dove ha fondato l’ Associazione delle vittime delle prigioni americane.
Tutte le carceri in Irak sono sotto il controllo degli americani. Due compagnie private La Caci international e la Titan Corp avevano contratti con mercenari di diverse nazionalità. Tra le testimonianze raccolte da Ali Shalal el Kaissi c'è anche quella di un ex diplomatico iracheno, Haitham Abu Ghaith, secondo il quale a condurre gli interrogatori dei prigionieri c' erano anche contractors italiani, ingaggiati da ditte americane, colpevoli, di aver commesso le stesse torture. Ma Ali Shalal el Kaissi non perdona ai nostri connazionali di aver trafugato soldi e reperti archeologici.
"Noi amiamo il popolo italiano, conosciamo la differenza tra la popolazione civile e chi compie questi gesti, ma questo non ci impedisce di denunciare cosa facevano gli italiani...CONTINUA
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