DOPO QUESTO ULTIMO SACRIFICIO ORMAI LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEL POPOLO ITALIANO L’HA CAPITO. PERFINO “BOSSI” DELLA LEGA SI RENDE CONTO ORA CHE LA MISSIONE DI “PACE” IN IRAQ È “VIZIATA” DA UN EQUIVOCO CHE ALIMENTA LA “INCOMPRENSIONE” DEGLI IRACHENI E NON SOLO.
INDUBBIAMENTE I NOSTRI SOLDATI SONO STATI INVIATI IN QUEL PAESE PER OPERARE IN QUALITÀ DI “PEACE KEEPING”, MA NON BISOGNA “DIMENTICARE” E NEPPURE “OMETTERE” CHE SONO ANDATI LA AL SEGUITO DELL’INTERVENTO “PREVENTIVO” DEGLI AMERICANI E “POSTI” SOTTO IL LORO COMANDO.
LA NOSTRA MISSIONE INFATTI “AGISCE” SOTTO COMANDO DIRETTO “INGLESE” CHE A LORO VOLTA PRENDONO ORDINI DAGLI AMERICANI.
QUINDI È EVIDENTE CHE I NOSTRI SOLDATI NON “OPERANO” COME UNA FORZA “NEUTRALE” NONOSTANTE LA LORO “BUONA VOLONTÀ”.
UNA FORZA DI PACE CHE ARRIVA AL SEGUITO DI CHI “INVADE” E SI METTE AI SUOI ORDINI, È UN “CONTROSENSO” ALTRO CHE INCOMPRENSIONE!
È STATO COMMESSO UN GRAVE “ERRORE” POLITICO E STRATEGICO INSIEME: LA NOSTRA MISSIONE È DI PACE MA È STATA MESSA AGLI ORDINI DI UNA FORZA DI “GUERRA” IN UNO SCENARIO DI “GUERRA” E I NOSTRI SOLDATI STANNO CORRENDO DEI “RISCHI INUTILI” SIN DAL PRIMO GIORNO DELLE OPERAZIONI.
FINO A QUANDO DOBBIAMO ANCORA ATTENDERE PERCHÉ LO CAPISCANO TUTTI GLI ALTRI CHE ANCORA LO “DEVONO” CAPIRE?
DOBBIAMO SOLO SPERARE DI FARE PRESTO A FARLI TORNARE COSI COME CHIEDE IL PADRE DI ALESSANDRO E TUTTI GLI ITALIANI CHE HANNO CAPITO.
Raffaele B.
LASTAMPA
Il papà di Alessandro: «Ora devono tornare subito tutti a casa»
7/6/2006
CAGLIARI. Marco Pibiri racconta quel suo figlio morto lontano che rientrerà oggi dentro una bara avvolta nel tricolore, e pensa agli altri ragazzi: «Devono tornare, devono tornare subito. Lì non ci fanno nulla, non ha più senso lasciare i nostri soldati in Iraq, ci sono troppe concas maccas (teste matte) in giro». Il padre di Alessandro, direttore del coro di Selargius, apre con dignità la sua casa alle porte di Cagliari: «Lui è partito a gennaio perché non poteva farne a meno – racconta – visto che l’intera Brigata era impegnata nell’operazione. Stavamo contando i giorni, il 28 sarebbe tornato e avevamo diversi progetti. Finalmente aveva uno stipendio»...CONTINUA
ILRESTODELCARLINO
BOSSI PER IL RITIRO
"L'Iraq è pericoloso, tornino a casa'
ROMA, 7 giugno 2006 - « Ma tornino indietro, cosa ci stanno a fare lì? È troppo pericoloso». In un'intervista al 'Corriere della Sera, il leader della Lega, Umberto Bossi, parla di ritiro del Contingente italiano, all'indomani del tragico attentato, in cui ha perso la vita un nostro militare.
«Visto quello che succede - aggiunge - dico che sarebbe meglio tornare a casa. Naturalmente, se civsono accordi internazionali da rispettare, è giusto rispettarli. Però non posso non vedere quanto sia pericoloso mandare i nostri ragazzi in una zona dove c'è la guerra».
Il fatto che i nostri soldati non sono in Iraq per fare la guerra, dice Bossi, « purtroppo non è chiaro a tutti. Bisognerebbe fare una campagna informativa per spiegare che i nostri ragazzi sono lì per dare una mano - conclude il leader del Carroccio - ci scambiano per truppe occupanti. E dato che ci vedono così, si sentono legittimati ad ammazzarci».
INDUBBIAMENTE I NOSTRI SOLDATI SONO STATI INVIATI IN QUEL PAESE PER OPERARE IN QUALITÀ DI “PEACE KEEPING”, MA NON BISOGNA “DIMENTICARE” E NEPPURE “OMETTERE” CHE SONO ANDATI LA AL SEGUITO DELL’INTERVENTO “PREVENTIVO” DEGLI AMERICANI E “POSTI” SOTTO IL LORO COMANDO.
LA NOSTRA MISSIONE INFATTI “AGISCE” SOTTO COMANDO DIRETTO “INGLESE” CHE A LORO VOLTA PRENDONO ORDINI DAGLI AMERICANI.
QUINDI È EVIDENTE CHE I NOSTRI SOLDATI NON “OPERANO” COME UNA FORZA “NEUTRALE” NONOSTANTE LA LORO “BUONA VOLONTÀ”.
UNA FORZA DI PACE CHE ARRIVA AL SEGUITO DI CHI “INVADE” E SI METTE AI SUOI ORDINI, È UN “CONTROSENSO” ALTRO CHE INCOMPRENSIONE!
È STATO COMMESSO UN GRAVE “ERRORE” POLITICO E STRATEGICO INSIEME: LA NOSTRA MISSIONE È DI PACE MA È STATA MESSA AGLI ORDINI DI UNA FORZA DI “GUERRA” IN UNO SCENARIO DI “GUERRA” E I NOSTRI SOLDATI STANNO CORRENDO DEI “RISCHI INUTILI” SIN DAL PRIMO GIORNO DELLE OPERAZIONI.
FINO A QUANDO DOBBIAMO ANCORA ATTENDERE PERCHÉ LO CAPISCANO TUTTI GLI ALTRI CHE ANCORA LO “DEVONO” CAPIRE?
DOBBIAMO SOLO SPERARE DI FARE PRESTO A FARLI TORNARE COSI COME CHIEDE IL PADRE DI ALESSANDRO E TUTTI GLI ITALIANI CHE HANNO CAPITO.
Raffaele B.
LASTAMPA
Il papà di Alessandro: «Ora devono tornare subito tutti a casa»
7/6/2006
CAGLIARI. Marco Pibiri racconta quel suo figlio morto lontano che rientrerà oggi dentro una bara avvolta nel tricolore, e pensa agli altri ragazzi: «Devono tornare, devono tornare subito. Lì non ci fanno nulla, non ha più senso lasciare i nostri soldati in Iraq, ci sono troppe concas maccas (teste matte) in giro». Il padre di Alessandro, direttore del coro di Selargius, apre con dignità la sua casa alle porte di Cagliari: «Lui è partito a gennaio perché non poteva farne a meno – racconta – visto che l’intera Brigata era impegnata nell’operazione. Stavamo contando i giorni, il 28 sarebbe tornato e avevamo diversi progetti. Finalmente aveva uno stipendio»...CONTINUA
ILRESTODELCARLINO
BOSSI PER IL RITIRO
"L'Iraq è pericoloso, tornino a casa'
ROMA, 7 giugno 2006 - « Ma tornino indietro, cosa ci stanno a fare lì? È troppo pericoloso». In un'intervista al 'Corriere della Sera, il leader della Lega, Umberto Bossi, parla di ritiro del Contingente italiano, all'indomani del tragico attentato, in cui ha perso la vita un nostro militare.
«Visto quello che succede - aggiunge - dico che sarebbe meglio tornare a casa. Naturalmente, se civsono accordi internazionali da rispettare, è giusto rispettarli. Però non posso non vedere quanto sia pericoloso mandare i nostri ragazzi in una zona dove c'è la guerra».
Il fatto che i nostri soldati non sono in Iraq per fare la guerra, dice Bossi, « purtroppo non è chiaro a tutti. Bisognerebbe fare una campagna informativa per spiegare che i nostri ragazzi sono lì per dare una mano - conclude il leader del Carroccio - ci scambiano per truppe occupanti. E dato che ci vedono così, si sentono legittimati ad ammazzarci».
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